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La crisi delle stanze da smartworking

Crisi delle stanze da smartworking

Il prolungarsi della pandemia e delle misure restrittive adottate dal governo per limitare il contagio hanno generato un effetto da tenere in considerazione per il mercato degli affitti e, più in generale, per il mercato immobiliare: la crisi delle stanze da smartworking.

Il mondo del lavoro infatti è stato oggetto di una rivoluzione senza precedenti: tantissime figure professionali hanno concentrato la propria attività all’interno delle mura domestiche, con un naturale spostamento del luogo di lavoro dovuto dalla nuova configurazione “a distanza”.

Questo nuovo contesto ha generato un abbandono generalizzato delle aree più densamente popolate (e, generalmente, più costose) a favore dei paesi di origine o di aree meno care. Questo fenomeno è stato particolarmente sentito nella Silicon Valley, che ha visto uno svuotamento consistente della popolazione mancando i presupposti che ne determinavano il vantaggio dell’area.

La crisi delle stanze da smartworking

Lo stesso fenomeno, seppur in misura notevolmente minore, è stato riscontrato anche nelle nostre città: in particolare, i dati ci mostrano che anche a Milano la domanda di affitto di stanze per lavoratori e studenti è diminuita drasticamente.

Se a gennaio 2020 era quasi impossibile trovare una stanza, ora siamo a una disponibilità del 290% in più rispetto allo scorso anno, seguita da Bologna, Padova e Firenze. A livello nazionale la stima è del 149% in più. Aumentando l’offerta i prezzi diminuiscono, e l’effetto viene amplificato anche dalla didattica a distanza, che contribuisce all’abbandono delle città universitarie.

Questo fenomeno ha portato la creazione del cosiddetto “South Working”, cioè lo spostamento verso zone economicamente più accessibili. Ci sono infatti moltissimi lavoratori che si spostano dal Sud al Nord per lavoro e che ora possono lavorare a distanza.

L’agente immobiliare al passo con i tempi

Data la flessibilità del mercato degli affitti, i primi effetti della crisi delle stanze sono più evidenti proprio in questo frangente del mercato immobiliare; ecco perché è fondamentale per un agente immobiliare sapere come gestire al meglio questo fenomeno e soddisfare le nuove esigenze dell’inquilino di oggi.

In questo particolare momento storico sarà chiaramente avvantaggiato l’agente immobiliare che ha spostato (o sta spostando) la propria area di lavoro su zone periferiche, dove la richiesta di affitti ha subito un incremento costante da 6 mesi a questa parte.

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Per essere effettivamente al passo con i tempi l’agente immobiliare dovrà considerare la particolarità della zona in cui opera e l’effettiva durata del cambiamento in atto in questo momento. Molto probabilmente, ad emergenza rientrata ci sarà un progressivo riaccentramento di persone nelle città, seppur in percentuale minore data la quasi certa permanenza dello smartworking, almeno  in forma ridotta.

È difficile quindi fare una panoramica generica su quello che sarà l’andamento della crisi delle stanze, sia in aree cittadine che non; ogni luogo ha la sua particolarità da tenere in considerazione, e spetterà al singolo agente analizzare il proprio mercato per capirne la futura evoluzione.

E per quanto riguarda il proprietario immobiliare? Andiamo a vedere qualche elemento da considerare per chi sta decidendo se investire in una casa da affittare.

Gli elementi da considerare prima di prendere una casa da affittare

Chi intende comprare casa per affittarla deve assumere un approccio differente rispetto al consumatore che cerca casa per viverci.

Il proprietario dovrà infatti avere una visione di lungo termine, con una fase di analisi e ricerca molto più approfondita rispetto all’inquilino che potrà basare le sue scelte sulle necessità ed esigenze del momento.

Chi acquista quindi dovrà valutare:

  • I prezzi delle proprietà immobiliari, sia a livello nazionale che locale. Anche in questo caso, è necessario analizzare il prezzo di mercato attuale, quindi quello al quale dovrai acquistare, ma anche i trend futuri. Se si prevede, in quella zona, un aumento dei prezzi negli anni a venire, magari vale la pena;
  • la location, basandosi non solo su ciò che c’è ora – come servizi, collegamenti, attività commerciali, scuole, ospedali, e così via – ma sugli eventuali sviluppi urbanistici, socio-demografici ed economici futuri. Investire in una zona depressa e senza evidenti segnali di ripresa è inutile, per quanto bella possa essere la zona. Magari è in una splendida località di mare, ma il turismo ormai è ai minimi storici;
  • Regolamenti e norme locali. Tasse, servizi, piani regolatori, tutto quello che denota la condizione economica e amministrativa di una regione o di una città va verificato con attenzione. Purtroppo nel nostro Paese le tasse e la burocrazia non sono proprio amiche di chi intende fare investimenti.

Vuoi conoscere maggiori dettagli sulla crisi delle stanze e i suggerimenti per l’agente immobiliare? Contattaci senza impegno compilando l’apposito modulo!