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Come cambiare lavoro dopo i 40 anni

Cambiare lavoro dopo i 40 anni

È possibile cambiare lavoro dopo i 40 anni? Lo stravolgimento del mercato del lavoro causato dalla pandemia di covid19 ha generato inevitabilmente un peggioramento delle condizioni occupazionali nel tessuto sociale; già in moltissimi hanno visto la propria azienda crollare a causa della crisi economica, e molti altri seguiranno nei mesi a venire.

In questo scenario, tutt’altro che positivo, sono in molti a cercare un’alternativa valida che possa mantenere o migliorare il proprio benessere; tantissimi di questi si trovano quindi nella condizione di volere o di dovere cambiare lavoro dopo i 40 anni.

Che cosa si può fare? Il mercato immobiliare offre qualche opportunità?

Continua a leggere l’articolo per scoprire la risposta.

Cambiare lavoro dopo i 40 anni: è possibile?

Intraprendere una nuova carriera in un età più avanzata, anche dopo i 50 anninon è così fuori dal comune come si potrebbe pensare: di sicuro abbiamo tutti in mente l’idea del giovane creativo che, nel buio della sua cameretta o dietro alle serrande di un garage, inizia a mettere in piedi la prossima super azienda digitale destinata a dominare il mercato.

Tuttavia, le statistiche indicano che il 30% di chi guida una startup ha un età superiore ai 45 anni, con un aumento considerevole della percentuale di startupper over 65.

La situazione generale quindi ha subito un cambiamento consistente, dovuto anche ad un’evoluzione della situazione demografica; molte persone infatti preferiscono avviare una propria realtà indipendente verso la fine dell’attività lavorativa.

Cambiare lavoro dopo i 40 anni quindi è possibile, e rappresenta anzi una grande opportunità con svariati vantaggi: in primo luogo, la lunga esperienza lavorativa e di vita fornisce un grande punto di forza, soprattutto nei confronti di chi parte con un’attività in proprio senza un minimo di esperienza alle spalle.

La consapevolezza delle meccaniche del lavoro, dei rapporti esistenti tra il professionista e i propri collaboratori, delle tempistiche non scritte ma che è opportuno rispettare: sono tutti aspetti che potrebbero sembrare scontati per chi li conosce bene, ma che non possono essere imparati su nessun libro o da nessun corso.

I vantaggi del lavoro autonomo

Cambiare lavoro dopo i 40 anni e mettersi a lavorare in proprio presenta svariati vantaggi che sono intrinsechi nella tipologia di approccio lavorativo; abbiamo voluto raggrupparne tre, che sono quelli più significativi a prescindere dal settore economico in cui si vuole aprire un’attività in proprio.

I 3 vantaggi del lavoro autonomo sono:

1. Flessibilità

Il punto che indubbiamente differenzia le due tipologia è la libertà negli orari di lavoro. In generale, i liberi professionisti ragionano a progetto più che ad orari di lavoro, fatto salvo per la reperibilità nei confronti dei clienti.

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Una volta fissate delle scadenze per la consegna, sarà il lavoratore autonomo a decidere quando e in che tempi portare a termine un determinato progetto; naturalmente è necessario un minimo di organizzazione per evitare sovraccarichi, soprattutto nei primi tempi, ma una volta inquadrati i propri tempi di lavoro e il carico dei progetti si potrà procedere molto tranquillamente.

2. Indipendenza

Collegato alla flessibilità c’è anche il concetto di indipendenza, inteso come una libertà di scegliere se occuparsi di un determinato lavoro o cliente.

Se i lavoratori dipendenti devono accettare ciò che un loro superiore chiede, lo stesso non si applica per il libero professionista, che può valutare ogni singolo progetto e ogni richiesta da parte di nuovi clienti. Se le condizioni non sono favorevoli può decidere in piena serenità di non occuparsene, concentrandosi invece sulle attività che preferisce e in cui trova più giovamento da qualsiasi punto di vista.

3. Reddito più alto

Partendo dal presupposto che stiamo parlando a livello generale, solitamente il guadagno nel lavoro autonomo è più alto rispetto al lavoratore dipendente; si tratta chiaramente di una stima, considerando che per la maggior parte delle volte è difficile identificare una figura all’interno di un’azienda che possa fare quello che fa un libero professionista.

In ogni caso, bisogna tenere conto anche della differenza tra i benefit del dipendente, che può contare su tredicesima, TFR e altre tutele a cui il freelance deve pensare per conto suo.

Il segreto per cambiare lavoro dopo i 40 anni: tenere alta l’autostima

Al di là dei vantaggi e svantaggi che questa tipologia di lavoro comporta, per cambiare lavoro dopo i 40 anni è necessaria una sola cosa cosa importante che determina il successo di un imprenditore: l’autostima.

Avere un’autostima alta significa avere piena consapevolezza delle proprie caratteristiche; esisterà quindi una differenza limitata tra il sé ideale e quello reale. Una persona con alta autostima riconosce la presenza contemporanea di pregi e difetti nella propria personalità, apprezzando e valorizzando i punti di forza mentre lavora nel miglioramento dei propri punti deboli.

Tutto questo si traduce nel benessere personale, che viene evidenziato da una maggiore apertura all’ambiente esterno, una maggiore fiducia in sé stessi e una maggiore autonomia nelle proprie decisioni ed azioni.

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